Un paio di cose che ho imparato sulle candele di accensione..
Guardare il “colore” della candela per verificare la carburazione è una pratica comune, ma capiamo veramente perchè?
Anche chi non conosce nulla di meccanica ha un minimo di familiarità con la famosa “candela” o almeno l’ha vista una volta nella vita. La candela di accensione ha il compito di “accendere” il carburante nella camera di scoppio in un momento ben preciso ed è il punto in cui si genera la quantità di calore più elevata.
Per quanto riguarda Vespa e Lambretta, le candele con cui abbiamo familiarità si dividono in passo corto (HS), passo lungo (ES), resistive (R) e prominenti (P). Solitamente una vespa ET3 125 Primavera usa una candela B7HS mentre una Lambretta 125 Special usa una candela B8ES. Le sigle che ho usato non sono universali ma la denominazione NGK, dove il numero in mezzo alle lettere indica il grado termico della candela e in questa denominazione, più il numero è elevato più la candela è “fredda”.
Ma cosa significa che una candela è “calda” o “fredda”?
La filettatura della candela le permette di avvitarsi nella testa del cilindro fino a raggiungere la camera di scoppio ed essendo a contatto con il metallo della testa, è a tutti gli effetti la superficie di scambio che permette alla candela di dissipare calore. Il cilindro metallico esterno filettato può essere più o meno spesso ovvero, a parità di dimensioni, lasciare più o meno spazio libero attorno al corpo centrale in ceramica, dissipando il proprio calore in maniera più o meno efficiente, permettendo alla candela di raggiungere temperature più o meno elevate.
Perchè la temperatura della candela è importante?
La temperatura della candela è importante per il suo corretto funzionamento. Durante lo scoppio del carburante, l’olio contenuto nella miscela viene parzialmente combusto e tende a depositare residui carboniosi su tutte le superfici della camera di scoppio, compresa la candela, “sporcandola” e limitando la sua efficienza. Per ovviare a questo inconveniente le candele hanno una specifica temperatura di utilizzo (tra 450 e 500°C), una finestra termica entro la quale sono in grado di mantenersi pulite, ma che non deve eccedere gli 850°C, soglia in cui potrebbe generare il fenomeno della detonazione.
Ma tutto questo pippone cosa c’entra con la carburazione??
C’entra molto.
Ma prima una doverosa precisazione: la carburazione ha come primo e fondamentale step un anticipo di accensione corretto e per le finalità di questo articolo daremo questa cosa per scontata.
Quante volte vi avranno fatto notare che una candela molto scura, ricca di residui carboniosi, indicava una carburazione “grassa”, mentre una candela pulita e chiara indicava una pericolosa carburazione troppo “magra”? Ecco svelato l’arcano: se la carburazione è troppo ricca di miscela rispetto alla quantità di aria, la temperatura di camera di scoppio e candela sarà bassa, tanto da non far riscaldare la candela alla giusta temperatura, facendola diventare scura. Grazie a questo trucco visivo voi capite che se il motore non sta rendendo adeguatamente, probabilmente la carburazione è da smagrire. Viceversa, se il motore fila molto molto bene e la candela è particolarmente chiara e pulita, significa che nel carburante c’è troppa aria rispetto alla miscela, ovvero la candela non è bagnata a sufficienza e si surriscalda, bruciando tutti i residui carboniosi. Questa situazione è molto pericolosa e precede una sicura grippatura. Il famoso colore “nocciola” che tutti indicano come sinonimo di una giusta carburazione, non è altro che il risultato di una candela che lavora nella corretta finestra termica e questo è direttamente proporzionale alla temperatura del gruppo termico che, funzionando alla corretta temperatura, lavorerà in maniera affidabile. Un gruppo termico a due tempi che funziona alla corretta temperatura è un gruppo termico ben carburato, perchè la benzina assieme all’olio nella miscela, oltre ad essere il combustibile che permette lo scoppio, funge anche da lubrificante e refrigerante.
Quale grado termico? Candela più calda o più fredda?
Questo problema sorge prevalentemente sui motori elaborati, in quanto per il corretto funzionamento di un motore originale basta montare la candela indicata dal produttore del veicolo. Da mia esperienza vespistica posso dire che, partendo da una candela grado 8, ho deciso di passare ad una più fredda di grado 9 quando ho notato che una volta raggiunta una carburazione affidabile, comunque la temperatura della candela era superiore ai 160°C. Pensando e ripensando ho ipotizzato che la scala termica non fosse la più idonea e, infatti, mettendo una grado 9 la temperatura del sensore è tornata stabilmente sotto i 150°C.
[EDIT 20220926] Ho smesso da molto tempo di utilizzare il sensore della temperatura del colletto della candela perchè soggetto a troppe variabili e, in definitiva, inutile e fuorviante. Il sensore SIP in dotazione non può oltrepassare i 200°C, temperatura oltre la quale si rompe. Inoltre non vedo corrispondenza tra le temperature rilevate, che cito nel paragrafo appena sopra, e quelle secondo cui la candela dovrebbe “pulirsi”. Detto questo, ho iniziato ad utilizzare la sonda della temperatura dei gas di scarico, accessorio optional del display SIP, che mi sembra molto più informativa ma non risolutiva.