Re-immatricolare un veicolo storico

The Hand of the Monkey/ Febbraio 6, 2024/ Tutorial/ 0 comments

Articolo aggiornato al 17/02/2024

Rimettere un strada un veicolo prodotto prima del 1960

Questo non sarà un semplice articolo, ma il diario di un vero e proprio viaggio nella burocrazia del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti o, meglio, nelle sue articolazioni rappresentate dagli uffici ACI-PRA, Motorizzazione Civile, Centro Prove Automobilistiche e chissà quale altro luogo ameno. Quindi sarà un articolo in progress, a cui aggiungerò nuovi paragrafi ogni qualvolta se ne presenterà l’occasione.

Ma perchè ti vuoi tanto male?

Succede che ormai un paio di anni fa mi balena l’idea di creare una Lambretta custom così, mentre sono intento ad operare, sotto la supervisione di Albertino, il motore della mia Lambretta Special, lui mi propone una Prima Serie “filtrona” LI150 che giace sul soppalco della Officina della Solitudine, ad un prezzo di assoluta amicizia. L’unico problema è che la Lambretta in questione è stata radiata volontariamente dal proprietario precedente, per cui è assolutamente priva di targa e documenti.

Il Certificato di Rilevanza Storica

Il primo passo per reimmatricolare un vecchio veicolo è quello di passare sotto le forche caudine di uno degli enti italiani riconosciuti dal comma 4 dell’art. 60 del Codice della Strada, ovvero i registri ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI. Tali enti, grazie al loro esplicito riconoscimento da parte della Legge italiana, godono della invidiabile posizione di poter lucrare sulla passione dei cultori del motorismo storico. Ho speso quindi mesi e denaro, grazie all’aiuto di mio fratello, per acquistare i pezzi mancanti, sostituire quelli inservibili e ripristinare la carrozzeria e le funzionalità elettriche della filtrona. Nel frattempo io mi sono dedicato a smontare, revisionare e rimontare, pezzetto per pezzetto, il motore originale della Lambretta, sempre con la preziosa supervisione di Albertino. Inoltre, sulle ali dell’entusiasmo, ho già provveduto ad acquistare un secondo motore e quasi tutto il necessario per renderlo adeguato ai tempi. Grazie al buon ufficio di amici lambrettisti, ottengo senza troppa fatica l’agognato certificato e, se il buongiorno si vede dal mattino, sembra che l’inizio del viaggio sia positivo.

L’agenzia autopratiche

Solitamente mi imbarco in queste avventure burocratiche senza l’ausilio di agenzie ma questa volta, non avendo documenti, targa, certificato di proprietà, insomma nulla di nulla, ritengo sia giunto il momento di cedere al secondo ricatto. Lo chiamo in questi termini perchè laddove la normativa è così labirintica come negli uffici della Motorizzazione Civile italiana e laddove quindi sei in balìa degli umori di pubblici passacarte, ecco, in quei luoghi fiorisce ed è fertile la categoria dei professionisti della burocrazia, che in questo caso sono le agenzie di autopratiche. Questa nicchia ecologica consente ovviamente, ancora, di lucrare sui cultori del motorismo storico, ma d’altronde tutti devono mangiare, no?

Comunque sia, mi rivolgo ad una nota autopratiche, la quale dopo averci pensato su un mesetto, mi fa notare che il mio mezzo è stato prodotto anteriormente al 1960. Per tale motivo non basterà farlo collaudare dalla preposta officina della Motorizzazione Civile, ma bensì bisognerà rivolgersi ad un CPA. Questo acronimo non mi dice nulla, ma in fondo che problema c’è? Li pago, vadano dove vogliono..

Il Certificato di Rilevanza Storica 2 – la vendetta

Succede che no, non possono andare dove vogliono. Succede che senza saperlo io mi faccio fare un CRS all’interno del quale la dichiarazione di esecuzione dei lavori è a firma di una officina della provincia di Milano. Mi fanno quindi notare che: 1) pago una officina del luogo, aggiorno il CRS e loro mi possono seguire la pratica, oppure 2) mi cerco una autopratiche milanese perchè con quel CRS mi posso recare solo in un CPA competente per territorio, ovvero il CPA di Milano. Spoiler: CPA significa Centro Prove Automobilistiche e, sostanzialmente, ne parlano bene, ma vedremo quando mai ci arriverò.

Maturo la mia incosciente decisione

Dopo aver trascurato il problema, anche perchè per aggiornare il CRS devo ovviamente spendere denaro per rinnovare il tesseramento all’ente del registro storico e perciò aspetto l’anno nuovo, finalmente mi viene l’insano proposito di fare da solo… a Milano! Quindi comincio a cercare online qualcuno che l’abbia già fatto, per crearmi una sorta di scaletta con tutti i passaggi burocratici da eseguire. Convengo che la cosa sembra fattibile.  E siccome i preventivi delle autopratiche che ho contattato (più di tre diverse) sono tutti concordi sui 1000 euro di spesa per l’intero iter e siccome ormai non ho tutta questa fretta, decido di fare un tentativo da solo, senza rete.

Il modello NP-2B [edit 17/02/2024: pare non si usi più]

Siccome la casellina CRS è già flaggata, per proseguire devo avere un pezzo di carta che attesti la mia proprietà del veicolo in questione. Praticamente si tratta di un atto di vendita tra privati, in forma libera, con autentificazione delle firme di acquirente e venditore. Però in rete, per non saper ne leggere ne scrivere, consigliano di utilizzare il modello NP-2B dell’ACI. Molto bene, si troverà sicuramente online, penso.

E penso male. In rete c’è il 3B, il 3C, il C3-PO, l’R2D2 e pure la traduzione in tedesco, ma niente NP-2B… solo versioni sbiadite in 8bit, manco fossero state fatte con un Commodore 64.

Benone, mi presento alle ore 7:50 al PRA e alle ore 8:00 mi aprono letteralmente le porte degli uffici, sono il secondo. Prima di me un gruppetto di persone che tutte assieme devono fare il trasferimento di proprietà di una macchina e assorbono il primo impiegato, una distinta signora. Il secondo impiegato mi guarda, così mi avvicino e gli espongo il problema molto sommariamente, arrivando subito al dunque e chiedendo un modello NP-2B. Sono stato molto preciso nella mia richiesta, eppure l’impiegato mi guarda perplesso e risponde di non conoscere tale modulo. Ma trascriviamo che è meglio:

IO: … e quindi vorrei il modulo NP-2B…
IMPIEGATO: … non lo conosco… non lo usiamo più… non ce l’abbiamo…
IO: dai, avete il 2C.. il 3C… io vorrei il 2B…
IMP: non li conosco.. non li usiamo più…
IO: quindi come posso fare?
IMP: si faccia una scrittura privata… ma lei vuole far da solo? Dovrebbe rivolgersi ad una agenzia!
IO: senta, glielo faccio vedere, guardi (e mostro sul cellulare un mod. NP-2B).

Nel frattempo la collega, evidentemente infastidita, guarda l’impiegato e lo apostrofa: “se vuole il mod. NP-2B e tu daglielo!”, si gira alle sue spalle, prende un foglio e glielo dà. L’impiegato mi guarda e me lo porge “ecco!”. Per precauzione ne chiedo quindi una seconda copia, si sa mai, e in tutta risposta lo zelante impiegato ora me ne offre anche una terza.

BAH.

Siccome sono buono, l’ho scannerizzato e pidieffato, in modo che finalmente ce ne sia uno buono in rete. Cliccate sul modulo per scaricare la versione integrale in ottima risoluzione.

NP-2B

17/02/2024 – alla delegazione ACI..

Bene, compilo il mio bel modulo NP-2B, scomodo l’amico che mi ha ceduto la Lambretta e vado ad una delegazione ACI – STA (sportello telematico dell’automobilista). Prendiamo il numerino, aspettiamo il nostro turno e finalmente lo sfodero. La tipa allo sportello lo guarda perplesso, poi si consulta con una tipa più giovane ed infine sentenzia che è un modello che non si usa più. Io ribadisco che mi serve solo che lei ci autentichi le firme, ma lo stesso si rifiuta e ci manda ad una Anagrafe (peraltro chiuse di sabato). Insisto un po’ ma poi desisto. Il primo rimbalzo è servito!

Siccome sono abbastanza sconfortato e tutta la mia sicumera fai da te è già evaporata, chiamo l’autopratiche consigliatomi dall’officina che mi ha eseguito il CRS e subito mi viene spiegato che l’atto di vendita non serve. Non serve, dice.

La prossima puntata

Attendo i documenti che mi invierà la autopratica e li scopriremo assieme.

Per il momento è tutto, restate sintonizzati!

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